Natural sound è il suono della natura.
E’ la ricerca artefatta di una qualità del suono che tenta di riprodurre il più fedelmente possibile i suoni della natura.
Natural sound è la voce interiore che danza alla ricerca di tracce di sé.
Natural sound è l’adesione tenace e profonda a un luogo.
Natural sound è radicamento dell’essere vivi nel mondo.
Buone letture
I consigli di lettura
La foglia di fico. Storia di alberi, donne, uomini. Antonio Pascale. Einaudi, 2021
Pagine: 288
(letture in cantiere)
Nel cantiere delle mie letture, quasi in cima alla book-whishlist, si piazza “La foglia di fico” di Antonio Pascale, divulgatore scientifico prima ancora che scrittore.
Non tanto e non solo per essere stato proposto al Premio Strega 2022 da Francesco Piccolo, stimato scrittore e sceneggiatore, perché “è un libro miracoloso per la capacità di alzare lo sguardo e sciogliere la conoscenza di alberi e piante in un (auto)ritratto dell’esistenza, in una tensione narrativa commovente e comica, in una forma originalissima, e con personaggi impossibili da dimenticare …”, quanto per quell’auto scolpito tra parentesi vicino a ritratto.
Un’auto-narrazione per trovare tracce di sé, il proprio natural sound, ho pensato.
Lo sguardo si sposta sul sottotitolo “Storie di alberi, donne, uomini” e la scelta di inserirlo tra i desiderata è presto fatta.
Lo maneggio, lo accarezzo (il mio è un automatismo ormai) e leggo in quarta di copertina “C’è in questo libro l’invenzione di una forma, felicissima e leggera: il racconto in fiore, dove ogni uomo si staglia come un albero, a braccia aperte sotto il cielo.
Una ramificazione di storie, intrecciate come l’edera, antiche come il grano, contorte e nodose e belle come i tronchi di olivo. Imparando a leggere le piante forse si scorgono le donne e gli uomini così come sono, nel ciclo spontaneo della loro natura, contraddittoria e vitale.
Entrate sotto l’ombra dei rami in fiore: qui ci siete voi.”
Se c’è una cosa che poi adoro scandagliare sono gli indici.
Indice “La foglia di fico”
p. 3 - Il cactus Le donne spinose
p. 35 - Il faggio La compassione e le anime in pena
p. 63 - Il ciliegio Prove tecniche di fioritura
p. 91 - Il tiglio L’ombra e il trauma
p. 115 - Il pino L’immortalità (tentativi di)
p. 147 - Gli agrumi Il mistero del viaggio
p. 175 - L’olivo Il tormentato suono della democrazia
p. 201 - La quercia e il leccio La forza della vita e la maledizione della forza
p. 229 - Il fico L’eredità del desiderio
p. 255 - Il grano La natura umana tra centro e periferia
Catturata. Lo prendo!
Lo abbraccio e quando arriverà il suo momento, mi rannicchierò sotto l’ombra di un ramo in fiore e mi troverò.
“Negli anni ho cominciato a pensare che qualunque strada si possa intraprendere per la felicità, questa debba necessariamente passare per una pineta. Una pineta da attraversare e un mare da raggiungere."
Il gelso di Gerusalemme. L’altra storia raccontata dagli alberi. Paola Caridi, Feltrinelli, 2024
Pagine: 152
E se provassimo a riconsiderare la Storia studiando la vita degli alberi che han coperto la terra già prima che l’uomo arrivasse? Se provassimo per una volta a toglierci, noi umani, dal “centro del palcoscenico” mettendoci ai margini. La storia non umana degli alberi, anche di quelli sradicati o recisi, potrebbe dirci altro.
“Nessun altro essere vivente aderisce al mondo circostante con più intensità”.
**** natural sound***
Non sono forse loro a poter raccontare del nostro passaggio terreno, spessissimo vittime sacrificate per realizzare una visione di predominio sull’ambiente e sugli altri uomini?
Paola Caridi è una giornalista, dieci anni vissuti a Gerusalemme; una conoscenza profonda delle cose di una terra che dal 7 ottobre 2023 sta attraversando forse l’ora più buia. Tornata a Gerusalemme alla fine della pandemia ritrova di un vecchissimo e rigoglioso gelso solo il tronco che spunta dal terreno. Una mano, non si sa il perché, l’ha tagliato: era l’ultimo testimone di un gruppo di 7 nel giardino – il bustan - di una casa di una famiglia palestinese nel quartiere di Musrara, che dal 1948 passerà a Gerusalemme Ovest e allo Stato di Israele appena fondato.
Comincia allora una rilettura della storia alle radici della questione israelo-palestinese e del ruolo che gli alberi hanno giocato come testimoni, ma anche come strumento di affermazione e di predominio.
Il gelso – tut - nel Levante è un albero di affezione, centro del giardino, luogo di socialità; ma in Libano è diventato uno strumento del colonialismo francese, piantato a milioni di esemplari, come monocoltura, per soddisfare la richiesta europea di seta. Quando questa di colpo diminuisce lascia il paese alla fame, condannato a una lunga carestia…
Il sicomoro, l’albero-piazza, che accoglie le comunità, i cui fichi si possono mangiare da chiunque sosti sotto i remi, ma che non possono essere accumulati e portati via.
Sotto l’albero, dicono gli arabi, si raccontano le storie. Si crea la memoria.
I sicomori di Gaza. Una Gaza che da sempre è stata un luogo di passaggio sulla via della seta. Ma anche i flaboyant del Cairo, i platani del parco di Gezi a Istanbul e gli ulivi di Betlemme. E ancora le coltivazioni di arance shamouti, le bayyarat palestinesi, una cinta di frutteti che univa il porto alla campagna. Note oggi con il nome di arance di Jaffa, le shamouti sono state selezionate da contadini e agronomi palestinesi a fine Ottocento, quindi esportate in larga parte in Gran Bretagna perché, grazie alla loro conservabilità, riducevano il rischio di scorbuto sulle lunghe rotte della navigazione commerciale.
La storia degli alberi, secolari, coltivati o esportati, racconta anche e soprattutto la nascita e lo sviluppo di Israele dal 1948. Gli alberi sono e diventano il simbolo dell’essere nativi di un luogo, di appartenenza e di radicalità. Di “non poter essere altro che lì, come per un albero le sue radici”.
Come i pini piantati lungo l’autostrada principale per creare un paesaggio più somigliante alle terre di provenienza delle genti di Israele. Un imboschimento che ha però modificato il terreno e alimentato i grandi incendi nella periferia di Gerusalemme nell’estate torrida del 2021. Boschi che andando in fumo hanno svelato alla vista le rovine di antichi villaggi palestinesi, sfollati dopo le guerre e le annessioni.
Come una storia scritta o narrata anche i paesaggi quindi sono testi…”perché attraverso di loro leggiamo narrazioni incarnate di relazioni sociali e di potere, di equilibri e squilibri biologici e della concreta configurazione di spazi, territori, vita umana e non umana”.
Il libro della Sartoria
Le assaggiatrici, Rosella Postorino, Narratori Feltrinelli, 2021
Pagine: 307
“Fra le pareti bianche della mensa, quel giorno diventai un’assaggiatrice di Hitler. Era l’autunno del 1943, avevo ventisei anni e settecento chilometri addosso. Da Berlino ero venuta nella Prussia orientale, il luogo dove era nato Gregor e Gregor non c’era”.
Insieme ad altre nove giovani, rigorosamente tedesche ‘pure’, Rosa Sauer, che narra la vicenda in prima persona, viene scelta (senza alcuna possibilità di sottrarsi) per diventare una delle assaggiatrici del cibo destinato ad Hitler nel paesino di Gross-Partisch, vicino alla ‘Tana del lupo’, rifugio del dittatore. Questo compito mette subito in luce uno dei temi fondamentali del romanzo: la contraddizione. Infatti, questo lavoro permette a tutte queste giovani di nutrirsi in abbondanza in un periodo di grande fame, rispondendo così ad un istinto primario, ineludibile e prioritario, ma d’altra parte comporta un pericolo sempre presente come un’ombra ad ogni pasto: la possibilità di incontrare un cibo avvelenato e probabilmente esiziale e il fatto di essere, ufficialmente, al servizio di Hitler. Accettare e farsi complice in un certo senso del ‘male’, pur di sopravvivere.
La vita di Rose è cambiata radicalmente da quando ha dovuto lasciare l’amata Berlino, ormai troppo pericolosa, soprattutto dopo la partenza volontaria per la campagna in Russia del marito Gregor, per recarsi nel paesino di campagna dove vivono i suoceri Herta e Joseph con cui inizia una non facile convivenza.
Nel gruppo eterogeneo delle assaggiatrici, in cui lei resterà per sempre la Berlinese, per quell’aria un po’ snob visibile anche dalla cura per l’abbigliamento, emergono via via storie personali, affinità, litigi, preferenze, simpatie e antipatie, dialoghi e silenzi carichi di significato, segreti svelati e non svelati. Un microcosmo in cui si stagliano alcune figure indimenticabili, come Elfriede, figura di grande carisma, da sempre sfuggente ( e poi capiremo perché), ma capace di ribellarsi e di mostrarsi solidale (come quando risolve la gravidanza indesiderata di Heike) con grande concretezza e umanità, oppure Beate, che sa predire il futuro, e la dolce Leni, che crede nell’amore e ne resta scottata, o il gruppetto delle fedeli al regime che meno sono in sintonia con la protagonista.
Rosella Postorino non teme di addentrarsi nell’ambiguità delle pulsioni e delle relazioni umane: pur innamorata del marito (e del suo ricordo), Rosa avverte tutta l’urgenza del desiderio di giovane donna sola e inizia, non senza vergogna e titubanza, una relazione con il tenente Ziegler, autoritario comandante della caserma. “Del resto l’amore accade proprio tra sconosciuti, fra estranei impazienti di forzare il confine. Accade tra persone che si fanno paura”. Ma sarà proprio lui a proporle alla fine una chance di salvezza, quando il potere nazista sta drammaticamente declinando
Tratto da una storia vera (Margot Wolk fu davvero assaggiatrice di Hitler) liberamente rielaborata, il libro avvince fin dalla prima pagina sia per la scrittura che sa rendere vene il clima di tensione psicologica cui le giovani donne erano costrette ma soprattutto per l’intreccio sapientemente architettato delle storie, del rapporto tra passato e presente e tra storie e Storia.
L’ottimo film di Soldini, appena uscito, lo propone anche sul grande schermo.
Educarsi alla lettura - libri che stuzzicano i sensi
Il saggio di aprile è:
Elogio delle erbacce, Richard Mabey, Ponte alle Grazie, 2017
Traduz. Monica Maria Cleofe Bottini, Giuliana Lomazzi, Sabrina Placidi
Pagine: 352
Il più importante naturalista del mondo, Richard Mabey, scrive un inno alle erbacce, per ammonirci, fin dall’incipit, che “quando intralciano i nostri piani o le nostre mappe ordinate del mondo, le piante diventano erbacce”, non tanto perché nascono in posti sbagliati, quanto perché si infilano nella cultura sbagliata.
Vi risuona un pochino?
Un saggio che restituisce dignità a ciò che vive ai margini e che lotta per la propria sopravvivenza con ferocia e irresistibile vitalità.
“Il selvatico si intrufola nella nostra sfera civilizzata, e l’addomesticato fugge e perde il controllo.”
Sul comodino della libraia
piccole gigantesche cose. AnimaMundi edizioni, 2018
Pagine: 64
-permanente sul mio comodino-
Piccole gigantesche cose inaugura la collana piccole gigantesche cose a cura di Antonia Chiara Scardicchio e Giuseppe Conoci della casa editrice indipendente AnimaMundi.
Staziona permanentemente sul mio comodino. Amo leggerne ogni tanto qualche riga per rinfrescami e talvolta rinfrancarmi da una giornata lunga e faticosa.
Qui, tra le righe, una delle frasi che preferisco:
“La leggerezza custodisce, forse, segreti di profondità.”
In Sartoria prossimamente
Books&Reading Festival
A Cusano Milanino, nel cortile di via Adige 22, per il secondo anno il Books and Reading Festival porta i libri, gli incontri con gli autori, i laboratori per adulti e bambini in provincia.
Il PROGRAMMA completo del Festival qui
Anche Sartoria parteciperà o sosterrà alcuni eventi:
I gruppi di lettura si raccontano - Palco centrale h. 14 - 15.30. La Sartoria sarà nella tavola rotonda con l’esperienza delle Paroliere e la collaborazione con gruppo Arci di Cusano Milanino.
Riscoprirsi Natura - Sala interna h. 16 - 17.30
Incontro di BIBLIOTERAPIA dedicato agli adulti. Tenuto da Sara Polichetti.
Albi illustrati, libri e di poesie per riflettere sul concetto di natura in connessione con il proprio mondo interiore.
La biblioterapia è una pratica che, a partire da un'esperienza di lettura, accompagna nel percorso di crescita personale e di ricerca del benessere.
Sara Polichetti ha frequentato il Master di Biblioterapia presso l’Università di Verona. E’ docente di scuola dell'infanzia, educatrice alla lettura e insegnante di yoga per bambini e per genitori e figli.
Prenotazione obbligatoria qui
In occasione del laboratorio sarà presentato il percorso di Biblioterapia che si terrà a partire da settembre presso la Scuola di Librosintonia de La Sartoria Letteraria.
Per informazioni scrivete a lasartorialetteraria@gmail.com
Due chiacchiere con gli autori - Bar Dancing h. 17.30 - 18.00
La Sartoria Letteraria presenta
Donatella Rana: "Parole d'amore in anni di guerra";
Cristina Conte con Elvira Sulzer "La mia storia";
Mauro Tartari "Źént ad Frara e ad Bundén: Stòri d'àltar témp".
Partendo dai loro libri, Donatella, Mauro e Cristina dialogheranno tra loro e con il pubblico su quanto i luoghi e le storie di famiglia aiutino a trovare il senso di quello che siamo stati e di quello che siamo diventati oggi.
Prenotazione qui
Le dirette della Sartoria
Gudrum Ensslin
Mercoledì 21 maggio h. 20.45 - diretta Instagram @lasartorialetteraria
con Ilaria Floreano autrice di "Gudrum Ensslin, attrice, madre, terrorista, prigioniera" (Bietti, 2024)
Cosa ha spinto Gudrun Ensslin, una donna con una vita da attrice (in erba) a scegliere la lotta armata, facendo ad un certo punto della sua vita “tabula rasa di radici, educazione, studi, marito, figlio” per darsi alla lotta armata nella Rote Armee Fraktion (RAF) – conosciuta comunemente come Banda Baader-Meinhof, nella Germania degli anni Settanta?
La sua storia rappresenta una sfida per le lettrici e i lettori moderni. Perché mette drammaticamente davanti alla possibilità di sacrificare la propria vita sull'altare di una battaglia ideologica. E solleva interrogativi sulla conciliazione tra vita privata e impegno politico, sul ruolo delle donne nella società e sulla possibilità di essere madri e rivoluzionarie allo stesso tempo.
Ne parliamo con Ilaria Floreano @_shygulla è editor, traduttrice, co-direttrice della collana cinematografica I libri di INLAND, curatrice della collana digitale Fotogrammi e capo-redattrice di INLAND. Quaderni di cinema.
Struggenti amori, romantiche emozioni
Due incontri con il grande cinema dei sentimenti + aperitivo in giardino
23 maggio e 4 giugno h. 19.30 - 21.30
15€ a serata oppure 25€ per entrambe
Con Sergio Tonfi & Donatella Rana
Il grande schermo può ancora affascinarci con racconti romantici? Ci sono nella storia pellicole romantiche e sentimentali che hanno lasciato un segno indelebile nei nostri cuori. Questo genere cinematografico si è adattato ai cambiamenti della società per celebrare i grandi amori, le passioni travolgenti, i dubbi e le imperfezioni delle relazioni, presentando colpi di fulmine, amori struggenti o storie che ci hanno aperto gli occhi sul valore delle differenze.
Abbiamo quindi pensato di organizzare due incontri per proporvi qualche immagine tratta dai grandi film romantici e un riferimento ai libri che (talvolta) li hanno originati.
Dovrete mettere mano al fazzoletto? Dipenderà da voi. Noi vi faremo semplicemente da guida tra le immagini e le pagine. E condivideremo con voi l’effetto che fanno.
E’ gradita la prenotazione entro il 20 maggio a lasartorialetteraria@gmail.com
La prossima newsletter arriverà a metà giugno circa con una selezione di consigli di lettura per la vostra estate. E poi dal numero di settembre la newsletter arriverà sempre entro la prima settimana di ogni mese.
La Sartoria Letteraria è anche un’Associazione di promozione culturale, particolarmente attenta alla vita e alle esigenze delle donne. L’iscrizione annuale è di 20€: dà diritto allo sconto sull’iscrizione alle iniziative a pagamento e ci permette di continuare a proporre attività per crescere e pensare tutte e tutti insieme.
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